A nostre spese abbiamo imparato che l’Italia è un Paese ad alto rischio sismico.
L’Italia è stata nel dopoguerra la nazione europea più colpita dal terremoto.
L’ultimo dei quali (2016), con epicentro lungo la valle del Tronto e con una magnitudo di 6.0, ha causato la morte di 298 persone.
È possibile evitare tutto questo? Assolutamente sì. Bisogna però fare un ragionamento a ritroso nel tempo.
Innanzitutto bisogna partire da un dato significante: numerosi palazzi di cemento armato, anche di recente costruzione, sono crollati. Questi non sarebbero venuti a terra se non ci fossero stati gravi errori di progettazione, errori nella realizzazione e se fosse stato utilizzato calcestruzzo adeguato, mentre in almeno un paio di casi il calcestruzzo era di qualità piuttosto scadente.
Uno dei casi di maggior rilievo è stata la “Casa dello Studente” a L’Aquila, a conferma del fatto che se quell’edificio fosse stato progettato bene e se negli ultimi anni non fossero state fatte “manutenzioni” che ne hanno compromesso ancora di più la stabilità, oggi gli studenti che risiedevano in quell’edificio sarebbero ancora qui tra noi.
Vediamo insieme quindi come evitare che un fenomeno naturale come il terremoto diventi una catastrofe per migliaia di persone.
Per costruire case sicure, che resistano anche in presenza di forti terremoti, ci sono delle accortezze da seguire:
verificare in che zona si trova l’edificio, analizzare le caratteristiche geologiche del terreno, adottare l’edificio di sistemi strutturali che garantiscano rigidezza e resistenza nei confronti delle azioni sismiche nelle due direzioni principali, far sì che la struttura portante abbia un comportamento duttile ed evitare, così, rotture fragili ed imprevedibili.
Dal punto di vista della realizzazione invece è fondamentale utilizzare materiali affidabili e certificati.
Un ulteriore garanzia è data dai continui controlli a cui sono sottoposti in stabilimento, prima di essere utilizzati.
Ricordiamo che gli interventi di riqualificazione in edifici esistenti che contemplino un recupero sismico, hanno diritto al sismabonus che prevede, a seconda del passaggio a una o due classi di rischio inferiori, una detrazione fino all’85% per le spese sostenute tra il 1 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021, da ripartirsi in 5 quote annuali dello stesso importo.
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